Una porta aperta alla luce

Messaggio al Consiglio Generale dell'AGESCI (Bracciano 29 Aprile - 1 Maggio 2017)
24-04-2017

Genova, 24 Aprile 2017

 

 

Cari Assistenti Ecclesiastici,

Cari Consiglieri Generali,

 

Trovandomi purtroppo nell’impossibilità di essere presente ai lavori del Consiglio Generale dell’AGESCI, Vi rivolgo volentieri con questo messaggio il saluto dei Vescovi italiani, esprimendo con stima e fiducia gli auguri per il buon esito delle attività e delle deliberazioni del Consiglio.

Il tema scelto per il Vostro Consiglio – ‘Una porta aperta alla Luce’ – può riassumere l’obiettivo della missione educativa dell’AGESCI: i diversi percorsi pedagogici, le competenze metodologiche, la quotidiana dedizione di tanti assistenti e capi, sono rivolti a permettere che la luce della vera vita illumini la strada, le scelte, la formazione dei bambini, dei ragazzi e dei giovani che crescono nelle branche dell’Associazione.

La luce vera è la luce che viene dal Padre e che si è rivelata pienamente nel suo Figlio, incarnato, crocifisso e risorto, per salvarci dai peccati, per rivelarci il volto di Dio e per farci partecipare, con l’azione dello Spirito Santo, alla vita stessa di Dio. Senza questa luce, la nostra strada è senza meta e da pellegrini dell’Infinito, da cui proveniamo e verso cui tendiamo, rischiamo di diventare viandanti nel buio, che inseguono ombre e che si fondano su illusioni senza consistenza.

Il Convegno di Assisi, per il centenario dello scautismo cattolico, si è aperto proprio con una riflessione a partire dal Prologo del Vangelo di Giovanni sulla ‘luce che viene nel mondo’, e su questo tema è utile fermarci ancora. La vera Luce che è Cristo “rivela pienamente l’uomo all’uomo’, come insegna il Concilio Vaticano II (GS 22): a questa sorgente dobbiamo sempre ritornare, perché non riconoscere la luce di Dio significa non saper più distinguere i tratti del volto dell’uomo, non saper leggere la storia del mondo, la nostra storia personale, perdere la rotta: il Figlio di Dio è ‘la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana’ (GS 10). Questo è il vero umanesimo, questo è il nucleo dell’annuncio, perché di questo ha bisogno il cuore di ogni uomo.

La luce del Figlio rivela anche ciò che luce non è, ciò che abbaglia ma non illumina, i fuochi fatui che intiepidiscono ma non riscaldano, rivela quei sentieri, spesso presentati come vie maestre della felicità, che invece possono diventare vicoli ciechi, tortuosi e senza uscita. Ciò vale per la vita personale, ma anche per la vita comunitaria e sociale.

La luce del Cristo entra nella nostra casa per ‘rimanere’ con noi: Gesù incrocia il suo sguardo con quello di Zaccheo e subito gli dice che bisogna che egli ‘rimanga a casa sua’ (Lc 19,5), e la vita del pubblicano cambia per sempre. Così accade con i discepoli incontrati lungo il cammino per Emmaus: il viandante sconosciuto entra nella loro casa ‘per rimanere con loro’ (Lc 24,29) e, nella comunione del pasto e nello spezzare il pane, la luce della presenza di Gesù, finalmente riconosciuta, apre i loro occhi tristi, fa rifiorire la vita, dà la forza per l’annuncio missionario.

La luce di Cristo cambia la vita dell’uomo e dà forma al vero umanesimo. Ma dove attingere questa luce? Dobbiamo sempre ritornare alle sorgenti vive: la Parola di Dio, l’insegnamento della Chiesa, i sacramenti e la vita della comunità cristiana. Non dimenticare questi tesori e aiutare i giovani a vivere dentro questo mondo di verità e di luce farà crescere l’Associazione e i capi: la concretezza della vita all’aria aperta, della strada, della vita comune, del servizio e dell’impegno civile è un terreno fecondo perché l’AGESCI possa continuare ad avere un ruolo rilevante e significativo nell’educazione dei giovani, che in questo decennio è al cuore dell’impegno e degli obiettivi pastorali della Chiesa in Italia. La strada dell’alleanza educativa tra le famiglie, le parrocchie, le associazioni, la scuola e gli altri soggetti che si dedicano alla formazione dei nostri giovani è davvero percorribile se è illuminata dalla luce della verità dell’uomo e del suo vero bene. In questo anno centenario è utile ricordare che Robert Baden-Powell riconobbe a P. Jacques Sevin come proprio nello scautismo cattolico egli ritrovasse la migliore realizzazione della sua intuizione pedagogica (cfr. D. Sorrentino, Storia dello scautismo nel mondo, Roma 1997, p. 63).

Ritornare alle fonti dello scautismo cattolico, approfondirne le peculiarità, coglierne la loro attualità per il presente, nella vita concreta dell’Associazione ai suoi diversi livelli, non ha solo un valore culturale, ma potrà dare chiarezza e fiducia per le nuove prospettive e sfide verso le quali deve rivolgersi con coraggio l’AGESCI.

 

Rinnovando i miei sentimenti di stima e fiducia, auspico la buona riuscita del Consiglio Generale e, mentre Vi assicuro il ricordo nella preghiera, Vi benedico con affetto.

Angelo Card. Bagnasco

                                                          Arcivescovo Metropolita di Genova

Presidente della Conferenza Episcopale Italiana

 

condividi su