Non so quello che dici

Omelia pronunciata in Cattedrale nella S. Messa della Domenica delle Palme
20-03-2016
 Arcidiocesi di Genova
Domenica delle Palme 20.3.2016
 
OMELIA
‘Non so quello che dici’
 
Per tre volte Pietro nega di essere discepolo di Gesù, diventato ormai preda dell’odio e della violenza. Siamo all’ultimo atto di una dura scuola, dove l’Apostolo riottoso faticava ancora a capire che cosa volesse dire la fede. Per lui significava fare qualcosa per il Maestro, parlare per lui, difenderlo, agire: il suo temperamento generoso e pratico gli diceva che era questo credergli. Doveva ancora imparare che non era così, che non era principalmente così. Per questo deve attraversare la via del tradimento, provare l’abisso della vergogna, il bruciore della viltà, per nascere alla vera fede.
E così avviene: ‘Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro’ (…) E uscito fuori pianse amaramente’. Il pianto di Pietro assomiglia al vagito di un bimbo che viene alla luce. Sì, finalmente egli comprende – attraverso un’esperienza dolorosa che lo segnerà per sempre – che credere nel Maestro non è innanzitutto fare qualcosa per Lui, ma è lasciarsi fare da Lui, è arrendersi al suo amore, è lasciarsi portare dalla sua volontà. L’agire di Pietro, fino a quel momento, era stato intriso dal suo modo di pensare il bene, l’amore, la dedizione: il suo cuore era sincero, non era doppio, il desiderio buono, ma non ancora abbandonato a Dio. Ora comprende: la vergogna bruciante della sua miseria si scioglie in un pianto di dolore e di liberazione, di rinascita e di gioia.
 
Cari Amici, non è forse questa anche la nostra storia? La storia della nostra fede? A volte non ci sono tradimenti pubblici e gravi, ma silenzi paurosi, prudenze colpevoli nel parlare con gli altri, timori di essere giudicati da un mondo che parla come il pensiero unico comanda attraverso le mille forme di condizionamento. All’inizio della grande Settimana, la vicenda di Pietro ci sollecita a interrogarci se alla base delle nostre tiepidezze, delle nostre cadute, ci sia una fede parziale: ci siamo arresi all’amore di Gesù, ci lasciamo guidare dalla sua volontà, cerchiamo di stare in sua compagnia nella preghiera, siamo figli affettuosi della Chiesa?
Il Signore ci conceda le lacrime dello spirito, di quel pianto che tanto assomiglia ai gemiti di un bimbo che nasce. Allora, come Pietro, saremo pronti all’amore. 
 
 
                                                                                      Angelo Card. Bagnasco
                                                                                      Arcivescovo di Genova
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