Dissidenti dell’amore

Omelia pronunciata in Cattedrale nella S. Messa del giorno di Natale
25-12-2015
Arcidiocesi di Genova
Santo Natale 25.12.2015
OMELIA DEL GIORNO
‘Dissidenti dell’amore’
‘Venne ad abitare in mezzo a noi’
1. È questo ciò che è accaduto nel mistero di Betlemme: Dio, il Figlio di Dio, venne ad abitare in mezzo a noi. Fuori dal cristianesimo, in nessuna parte della Terra e in nessun momento della storia, mai è risuonata una simile notizia. Essa è dirompente, è qualcosa che fa tremare di vertigine, che mette il brivido nell’anima, che dovrebbe farci inginocchiare in adorazione. Ma noi ci pensiamo, oppure siamo talmente abituati da non esserne più sorpresi e presi? Oggi è tale l’abitudine al Vangelo, a sentire che Dio si è fatto carne, che è morto per noi, che non ne siamo più scossi e commossi. Anche i cristiani rischiano di diventare indifferenti a Dio, e quindi indifferenti all’uomo! Se, infatti, perdiamo di vista il volto di Cristo, si smarrisce il volto dell’umano e tutto di noi diventa incerto, discutibile, trattabile: vita e morte, amore e famiglia, libertà e relazioni. Lontano dal Creatore si perde la creatura.
2. Il Natale dovrebbe farci piangere di commozione e di gioia, di nostalgia per la bellezza a cui siamo chiamati e che, spesso, vediamo così lontana per le nostre colpe. Oh se la nostalgia della luce diventasse luce in noi. Sarà possibile? Sì, è possibile perché la luce è Cristo: Egli è venuto sulla terra per accendere la luce in noi. Non siamo noi ad essere luce con le nostre ombre, ma ci è dato di essere lucerna: com’è bello vivere nella luce e irradiare la luce di Dio! E quanto questo fragile e violento mondo ha bisogno di luce! Ma la desidera anche ? Sono convinto di sì! Il mondo da sempre desidera la luce anche se in mille modi si nasconde nelle tenebre e nella violenza, anche se sparge compiaciuto brutalità e terrore. Strano paradosso oggi diffuso: scegliere di vivere nell’errore e urlare di essere nella verità; voler agire nell’ombra e pretendere di stare nel giusto.
3. Ma allora, sarà mai possibile che il mondo delle tenebre faccia ritorno alla luce della bellezza? C’è ancora speranza? Sì c’è speranza, perché la coscienza si può sì corrompere, ma non può rimanere corrotta per sempre: si autorigenera, poiché alla sua radice vi è qualcosa di vivo e di indistruttibile, vi è il desiderio e il bisogno della verità e del bene. Questa aspirazione, presente nella sfera segreta di ogni uomo, agisce come una ‘quinta colonna’, come un nucleo dormiente ma vivo nella società, come un potenziale che può risvegliarsi all’improvviso e diventare dirompente, in grado di cambiare radicalmente i modi di pensare e di agire; capace di demolire una società chiusa e ingiusta che si alimenta con la menzogna e la violenza, e aprirla alla luce. Sì, questa aspirazione profonda può esplodere in qualunque momento, può creare dissenso – il dissenso del bene – e far nascere un mondo nuovo. Quanto c’è bisogno di questo dissenso, di creare una grande, coraggiosa controcorrente evangelica che non ha paura dell’amore, quello che si alimenta alla sorgente della verità che è Gesù, la sua parola e la sua vita; quello che, così, diventa misericordia vera perché libera l’uomo e lo salva.
4. Cari Amici, il Natale ci fa incontrare il Dio-con-noi e per noi. Egli c’entra con la nostra vita, non è un arredo di lusso, vuole essere la nostra casa. Non è venuto per stare ai margini del fine settimana o di qualche momento del giorno, ma per vivere ogni cosa insieme a noi, per darci la sua luce e la sua forza, la sua libertà e la sua gioia. Il cristiano non vive accanto a Gesù ma in Lui: ha consegnato la sua libertà a Dio e riceve in cambio la libertà di Dio. Egli non è concorrente di noi ma gioca con noi, e fa della nostra vita una danza sempre e comunque, basta che ci lasciamo andare alla melodia del suo Spirito.
Lasciamoci andare, lasciamo che la nostalgia della luce ci prenda, lasciamo che la verità irrompa nelle nostre coscienze, e diventiamo dei dissidenti dell’amore. Là dove ognuno vive vi è un’attesa di bellezza, di speranza, di libertà dalla paura: il Bambino Gesù ci manda inermi messaggeri di una forza che è divina, di una luce che non è del mondo, di una verità che smaschera la vita nella menzogna e apre a vita nuova. Il mondo di oggi attende e senza saperlo invoca questa novità che non viene da lui ma dall’Alto: non dobbiamo mancare all’appello. Rispondere eccomi a questo appello dell’umanità significa vivere il Natale con la sua grazia: Dio si è fatto carne per noi, affinché noi ci facciamo vicinanza per gli altri, sofferenti e bisognosi.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova
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