Il nuovo programma pastorale: la famiglia

Omelia del pomeriggio della Solennità di N.S. della Guardia
29-08-2013
 Genova, Santuario di N.S. della Guardia,
29 agosto 2013
Cari Fratelli e Sorelle
questa mattina, nella Messa, ho annunciato l’Anno della Famiglia, e a Lei, Vergine e Madre, lo affidiamo. Prima dell’anno della fede, abbiamo vissuto l’anno degli adolescenti nel quale abbiamo ascoltato le loro giovani voci; ora, vogliamo sentire le famiglie, e dire a loro che la Chiesa è vicina a ciascuna di loro, dire la nostra immensa stima, l’ammirazione per l’incomparabile dono che sono per l’umanità, e per il grandioso compito di mettere al mondo i figli e di educarli. La Chiesa sa che per generare una vita c’è un tempo, ma per educare una persona ci vuole tutta la vita. La Chiesa – famiglia di famiglie – con discrezione offre il suo sostegno di Madre, perché l’amore della coppia sia custodito e sostenuto, perché la difficile responsabilità educativa sia accompagnata dalla sua secolare esperienza. Sarà necessario fare generoso e capillare cammino di preghiera, di confronto e di riflessione, aiutato dai sussidi Diocesani, per giungere ad una sintesi che potrebbe rappresentare una “Carta della Famiglia” come strumento a disposizione di tutti.
Girando per la città – spesso per i vicoli del centro storico – vedere papà e mamma con i loro figli commuove e apre al sorriso. Senza questi nuclei, grembo d’amore che genera nuove vite, scuola di umanità e di fede, che cosa sarebbe la terra? Sarebbe più cupo e triste, senza futuro. Senza questi piccoli mondi, unificati dalla palestra quotidiana dell’amore, non ci sarebbe il grande mondo, le società e i popoli: ognuno avrebbe vicino solo se stesso! L’universo sarebbe frantumato in innumerevoli punti-io, senza unità né consistenza. La famiglia è la comunità originaria, il luogo dove impariamo ad avere fiducia in noi stessi perché sentiamo che qualcuno conta su di noi. Dove scopriamo che cosa vuol dire amare perché ci sentiamo amati; che cosa sono i rapporti perché si vive gli uni accanto agli altri, intrecciati con gli altri sotto lo stesso tetto, ma soprattutto uniti in una comunità di vita e di destino.
Senza la famiglia, dove si impara la bellezza e la necessità dei legami? Quei legami che oggi sono spesso mal sopportati perché sentiti come pesanti e noiosi; che sembrano mortificare la spontaneità del singolo, il suo slancio vitale, i suoi interessi immediati? I legami – nella coppia, in famiglia, tra gli amici, nel lavoro, con gli altri – liberano la nostra libertà dai suoi capricci. I legami d’amore non mortificano la nostra persona, ma l’arricchiscono nella comunione. E dove s’impara tutto questo, dove ci si allena se non in famiglia fin da piccoli? E dove si forma un buon cittadino e un buon cristiano se non innanzitutto in famiglia, seminario di una società umana?
Dobbiamo riscoprire in fretta la cultura dei legami e l’elogio del quotidiano: sono alcune facce dell’amore. L’amore, infatti, non è solo sentimento e vibrazione; è anche volontà, è volere il bene vero delle persone amate anche con il proprio sacrificio. Come il Signore Gesù sulla croce! E’ uscire da se stessi, è rinunciare a qualcosa di sé, dei propri gusti e umori, per andare incontro all’altro ogni giorno, anche quando la sensibilità ci tirerebbe indietro. Sì, dobbiamo tornare alla scuola affascinante e dura dell’amore se vogliamo parlare di famiglia e fare famiglia, se vogliamo educare le giovani generazioni. Altrimenti, saremo degli adulti immaturi e – col passare degli anni – infantili; rifiuteremo in ogni modo la nostra età e susciteremo tenerezza o forse pena.
Cari Fratelli e Sorelle, prepariamoci al nuovo cammino pastorale, e accogliamo con generosa partecipazione i sussidi e il programma che verrà presentato dai nostri Sacerdoti. Che tutta la Diocesi si trovi impegnata in questo lavoro: giovani e adulti, Clero e persone consacrate, parrocchie e aggregazioni. La Madonna della Guardia, Vergine e Madre di famiglia, ci guardi e ci accompagni.
Angelo Card. Bagnasco
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