Omelia della S.Messa del Pontificale di San Giovanni Battista
24-06-2013
Genova, Cattedrale di San Lorenzo,
24 giugno 2013
Cari Fratelli e Sorelle
Giorno di festa per la Città e la Diocesi: San Giovanni Battista è nostro Patrono e Genova ha l’onore di custodirne le ceneri. Onore e onere! Come sempre, infatti, ogni grazia racchiude un compito e oggi ci chiediamo se siamo all’altezza del compito.
Giovanni si definisce la voce che porta la Parola di Dio. E noi siamo voce che porta il Vangelo di Gesù oppure portiamo noi stessi, le nostre piccole idee, i nostri ostinati punti di vista di cui siamo così spesso infatuati? Prima di parlare ci chiediamo se ciò che stiamo per dire corrisponde al pensiero di Cristo oppure sono nostre chiacchiere? E se non riusciamo sempre a discernere, almeno desideriamo di essere solo un’umile voce, un’eco della verità, e preghiamo perché questo accada?
Quante parole inutili, arroganti, false affollano l’anima e la mente, occupano lo spazio pubblico e anziché fare luce – seminano nebbia e oscurità, diffidenza e pessimismo! Avvelenano i rapporti! Se così fosse, non saremmo all’altezza dell’onore di custodire le ceneri del Battista.
San Giovanni è il Precursore del Messia, è il preludio del giorno, l’alba che annuncia il sole. E noi siamo piccoli segni di un giorno nuovo, avamposti di un modo diverso e più bello di stare sulla terra, di vivere la vita, di creare rapporti? Siamo sentinelle vigili del mattino che viene come dono – il Signore è con noi! – ma che anche richiede la nostra generosa collaborazione? Oppure siamo sonnolenti e pavidi nell’annunciare la novità di Cristo, la bellezza del suo corpo che è la Chiesa? Abbiamo forse vergogna, rispetto umano, nel dichiararci cristiani e figli della Chiesa Cattolica? Vi sono regioni del mondo – anche molto vicino a noi, in Europa – che hanno la fierezza della loro fede, che la manifestano come veri precursori in contesti ostili e segnati da dure repressioni. Non possiamo non misurarci sul loro esempio coraggioso e arduo.
Infine, il Battista è testimone di Gesù e della sua verità fino alla prigionia e alla morte. Ecco l’epilogo del discepolo: dare la vita per il Maestro. Come oggi noi siamo chiamati a dare la vita? Testimoniando con umiltà e convinzione le grandi verità della fede come la sacralità della vita umana, il volto vero e ineguagliabile della famiglia, la libertà di educare i figli, la giustizia e la pace. In una parola, il primato dell’uomo sullo Stato, sul profitto, sull’economia. Per testimoniare tali principi, che da sempre fanno parte dell’alfabeto umano, non di rado si rischia la derisione e la persecuzione. Ma Giovanni non ha avuto paura.
Ecco, cari amici, alcune considerazioni su come possiamo corrispondere al dono di custodire le ceneri del Battista: il nostro culto, la nostra preghiera, oggi la tradizionale processione cittadina. Ma egli aspetta di vedere il nostro coraggio di essere voce e sentinella lieta e credibile di quel mondo nuovo che il Figlio di Dio è venuto a iniziare con il dono della sua vita per amore.
Angelo Card. Bagnasco