Perseverate nella preghiera

16 febbraio 2007
 
 
“La fiaccola della fede,
che avete ricevuto nel battesimo,
va tenuta ben accesa con la preghiera
e con la pratica dei Sacramenti”
 (Benedetto XVI ai Vescovi liguri in visita “ad Limina”, Roma 31.1.2007)
 
Carissimi fratelli e sorelle nel Signore!
  
Il Papa ci invita a pregare. È questo il senso della mia prima Lettera Pastorale all’inizio della Quaresima: la bellezza e la necessità della preghiera. Vivere da cristiani è bello ma impegnativo, spesso difficile: significa andare contro corrente. È stato sempre così: oggi, forse, lo è di più. Le sfide alle quali la comunità cristiana deve rispondere sono molte, per certi aspetti nuove. Si ripete l’esperienza degli Apostoli: un certo timore e un senso di inadeguatezza di fronte a ciò che è più grande di noi. Per questo vorrei che la nostra Diocesi respirasse con i polmoni della preghiera e che la vita di ciascuno, delle comunità, come ogni attività pastorale ¿ di sacerdoti e laici ¿ partisse e fosse sostenuta dalla preghiera. Senza la preghiera ci agitiamo – anche molto e generosamente – ma con quale efficacia? È come se volessimo fare da soli, senza di Lui che fa crescere ciò che seminiamo. Per questo dobbiamo sempre ripartire dalla preghiera.
Ogni Lettera Pastorale è indirizzata all’intera comunità cristiana, ma questo non deve oscurarne il carattere anche personale. Per questo mi rivolgerò a un “tu” che è tutti e ciascuno.
 
1. Gesù pregava: prega anche tu
 
Tutto di Lui e della sua vita era orientato al Padre come un’offerta d’obbedienza e d’amore. Come una preghiera. Vivendo così orientato, era uno con se stesso, non disperso e frantumato in mille cose.
Ma aveva anche dei luoghi e dei momenti particolari per pregare: il tempio, il deserto, il monte, il mare, la strada; la notte o il mattino, il cuore del giorno. E tu? Perché la tua vita diventi preghiera, è necessario che la preghiera diventi la tua vita. Perché questo accada hai bisogno di “momenti” dedicati solo alla preghiera. Nella preghiera incontri Gesù, lo ascolti, gli parli, accogli il suo amore, gli rispondi.
Non avere paura, lasciati guidare da Lui. Non dire: non ho tempo, ho troppo da fare. Ricorda: le cose più urgenti non sono sempre le più importanti. Non dire: non sono capace, è difficile. Anche amare è difficile e non sempre siamo capaci; ma s’impara. Così, a pregare s’impara pregando. Il Maestro è Cristo, il suo Spirito: devi avere fiducia.
Specialmente in alcuni momenti della giornata entra nel profondo del tuo cuore che contiene Colui che l’universo non può contenere. Lì troverai Lui e con Lui anche te: ti parlerà di sé ma anche di te. Se vuoi conoscere te stesso, dove cercarti? La tua vita, ciò che sei, è solo nel cuore di Dio. Lui è lì e ti attende per insegnarti a stare con Lui. Per illuminare il tuo cammino, prega. Per discernere la tua vocazione, prega. Per unificare il tuo essere, prega. Per avere la fede, prega. Per imparare ad amare, prega. Per avere la forza di portare la vita, prega. Per vedere negli uomini il volto di Dio, il riflesso di Cristo, prega. Per perdonare chi ti ha fatto del male, prega. Per essere una presenza di carità e di speranza, un testimone coraggioso del Vangelo e della Chiesa, prega.
 
2. San Paolo ci ricorda che la preghiera a volte è una lotta (cfr. Romani 15,30)
Vorrei indicarti alcuni piccoli segreti.
 
– Prega come un povero.
Siamo tutti peccatori! Tocchiamo ogni giorno la nostra fragilità che si manifesta nella volubilità, nella distrazione… Ricorda la parabola del pubblicano in fondo al tempio: nell’umiltà ha raggiunto il cuore di Dio (cfr. Luca 18,13).
 
– Prega con fiducia.
È Gesù che lo dice: “Cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Luca 11,9). Il Signore risponde sempre alla tua preghiera, anche se non sempre come vorresti. Chiedi innanzitutto gli occhi della fede, il suo Spirito (cfr. Luca 11,13).
 
– Prega con perseveranza.
Cioè non a fasi alterne quando ne hai voglia. Gesù non ha bisogno della tua preghiera, ma tu si; e la tua perseveranza, la frequenza e la regolarità, esprimono e alimentano la tua fede e il tuo desiderio di Lui.
 
– Prega con semplicità.
Pregare non è innanzitutto dire o fare qualcosa, ma stare cuore a cuore con Dio. Lui capisce anche i tuoi silenzi. E poi hai l’aiuto dei Salmi, delle preghiere del catechismo; hai le parole del tuo cuore che ascolta la vita.
 
– Prega al mattino, a metà giornata, alla sera.
Sono tre momenti di grazia che la Tradizione viva della Chiesa ci insegna. Sono come tre colonne che reggono l’edificio delle nostre giornate: al mattino, prima del lavoro; nella pausa del lavoro; prima del riposo.
 
– Prega con i tuoi fratelli.
Sono innanzitutto i tuoi di casa. È così difficile pregare con i propri familiari? Nella fedeltà semplice alla preghiera in famiglia ¿ almeno un momento nella giornata ¿ s’impara a volersi più bene, a perdonarsi, a risanare le ferite, a portare gli uni i pesi degli altri, a gustare le piccole gioie quotidiane.
 
– Prega con la Chiesa.
I tuoi fratelli nella fede sono la Chiesa che è il Corpo di Cristo, e che si esprime nella tua comunità. Ricorda le parole del Maestro: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Matteo 18,20). La preghiera della Chiesa è la Liturgia: essa raccoglie la preghiera tua e di tutti e la unisce alla preghiera di Gesù per presentarla al Padre nell’amore dello Spirito. Allora tutto si trasfigura: i tuoi occhi, il tuo cuore, anche le croci diventano luce e la comunità cristiana si rivela come il luogo dell’appartenenza cordiale e desiderata. Non puoi più mancare! La Chiesa è maestra che fa risuonare – autentica – la parola di Gesù attraverso i secoli; madre che genera i suoi figli nei sacramenti; mistero che rende visibile Dio nel mondo fino al ritorno glorioso di Cristo. San Cipriano scrive che la Chiesa è il popolo unito al proprio pastore: il Vescovo è nella Chiesa e la Chiesa è nel Vescovo, successore degli Apostoli.
Devi pregare da solo, perché l’amore e l’amicizia hanno bisogno di intimità. Ma non puoi rimanere solo. Gesù ci ha insegnato a pregare il Padre “nostro”. Nel “noi” della Chiesa ritrovi che il tuo “io” non è annullato, ma arricchito.
 
– La preghiera delle preghiere è l’Eucaristia.
Essa è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana” (Concilio Vaticano II). Nella divina Eucaristia Dio è con noi con il dono della sua vita, con la sua reale presenza: si fa Pane di vita eterna, sorgente della Chiesa. Egli non ha bisogno di noi, mentre noi abbiamo bisogno di Lui: nel presente e nell’eternità futura. Per questo “non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore”, cioè senza partecipare alla Santa Messa, come dicevano i martiri di Abitene mentre andavano gioiosi verso la morte. Per questo la Chiesa celebra la Santa Eucaristia e la circonda di ogni cura e di ogni atto di adorazione. Sia così anche per te: nella tua vita personale, nella tua Parrocchia, nella coralità della Diocesi.
La grande solennità del Corpus Domini – con la processione per la città – è un segno della fede e dell’amore dei cristiani per il Sacramento Eucaristico. È anche una testimonianza e un annuncio di speranza per tutti. Per questo ti aspetto.
Mi fermo! Sono certo che il Signore – attraverso queste povere parole – ti dirà ciò che il tuo cuore attende, ciò di cui la tua vita spirituale ha bisogno. Se Lui vorrà, ritornerò a bussare alla tua porta per continuare quella lettera che ogni Vescovo scrive in molti modi a quanti il Signore affida alle sue cure di Padre e Pastore.
Prego per te e confido nella tua preghiera: ti raccomando in modo particolare le vocazioni al Sacerdozio e alla Vita Consacrata. Prega anche per la Visita Pastorale alla Diocesi che, a Dio piacendo, inizierò nel prossimo ottobre. Spero che attraverso questo scritto si rafforzi il sentire comune, si crei una grande catena di preghiera – personale e comunitaria – che unisce e feconda la nostra amata Diocesi.
Consegno queste righe a Maria Santissima, Regina di Genova, e con affetto ti benedico.
 
Genova, 21 febbraio 2007
Mercoledì delle Ceneri
 
Angelo Card. Bagnasco
 
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