Padre Mazzega parroco a S. Teodoro

Domenica 16 febbraio scorso c'è stata grande festa nella chiesa di S. Teodoro a Dinegro, per l'insediamento del nuovo parroco Padre Omar Mazzega. Alle 10.30 il Cardinale Arcivescovo ha presieduto la S. Messa concelebrata, oltre che dal parroco, da numerosi sacerdoti sia genovesi sia arrivati da fuori città.
Secondo il rito consueto dell'ingresso in parrocchia, l'Arcivescovo, alle porte della chiesa, ha imposto al parroco la stola, segno del potere sacerdotale, e gli ha consegnato le chiavi della chiesa, affidandola con questo gesto alla sua cura pastorale. 
Dopo il saluto all'assemblea dei fedeli, la presentazione del nuovo parroco e la lettura del decreto di nomina, l'Arcivescovo ha invocato lo Spirito Santo perché: “parrocchiani e parroco formino una sola famiglia, riuniti nella fede, nella speranza e nella carità”, quindi ha invitato il parroco ad aspergere i fedeli con l'acqua benedetta e ad incensare l'altare. 
A conclusione di questa prima parte del rito, una rappresentante della comunità parrocchiale ha ringraziato l'Arcivescovo per la sua partecipazione a questo momento importante della vita parrocchiale, quindi ha brevemente presentato la parrocchia a P. Omar, assicurandogli la collaborazione responsabile della comunità.
Durante l'omelia l'Arcivescovo si è rivolto con parole di Pastore sollecito e affettuoso sia al parroco sia ai fedeli. Ha osservato che, in questi sei mesi di presenza a S. Teodoro, i parrocchiani hanno già stretto “in un grande abbraccio” il loro nuovo parroco e li ha invitati a continuare ad amarlo perché “la comunità deve amare il suo parroco”. Rivolto a P. Omar, lo ha invitato ad aiutare la sua gente a pregare perché la preghiera è la fonte a cui attingere le energie, soprattutto le energie della fede, necessarie per superare gli inevitabili problemi e difficoltà. 
“La preghiera è fondamento della comunità – ha continuato l'Arcivescovo – i parrocchiani hanno avvertito il cuore del pastore … il sacerdote deve essere maestro della sapienza di Dio. Il compito ci magisteriale invita a entrare dentro la parola di Dio e alle sue esigenze. I Comandamenti di Dio sono esigenti perché guardano in alto, ma nessuno deve spaventarsi perché …ogni volta che cadrai ci sarà il mio braccio a sollevarti, ci dice il Signore”. 
L'Arcivescovo dopo aver ricordato il servizio prestato per tanti secoli a S. Teodoro daiCanonici Regolari Lateranensi ed aver loro espresso la sua profonda gratitudine, si è rivolto ai Padri dell'Istituto del Verbo Incarnato (IVE), ai quali ha affidato la parrocchia e li ha ringraziati per aver risposto alla sua chiamata “con generosità e immediatezza”. 
Domenica era presente a S. Teodoro una folta rappresentanza dell'IVE, una congregazione giovane e vitale, nata solo trenta anni fa e già presente in tanti paesi dei cinque continenti: C'erano: il Superiore Generale della Congregazione, il Padre Provinciale, sacerdoti, seminaristi e tante suore, guidate dalla Superiora Generale e da quella Provinciale. E durante la celebrazione hanno fatto sentire la loro presenza con i canti gregoriani dei seminaristi e quelli delle suore che si sono aggiunti al coro parrocchiale.  Altri momenti significativi della celebrazione sono stati quello in cui P. Omar ha rinnovato le sue promesse sacerdotali, quello in cui l'Arcivescovo gli ha consegnato le chiavi del tabernacolo, a simboleggiare la premura che il parroco deve avere nell'amministrare il pane di vita per i fedeli. e, infine, l'invito al Parroco a prendere possesso della sede presidenziale.
A conclusione della celebrazione P. Omar ha ringraziato innanzitutto il Signore della grazia concessagli nell'affidargli la parrocchia, poi l'Arcivescovo, i suoi superiori e tutta la comunità parrocchiale e ha pronunciato anche qualche parola in … zeneize. Un bell'inizio per un italo-argentino come lui!
Dopo la S. Messa i parrocchiani hanno fatto festa insieme condividendo il pranzo, a cui ha partecipato anche l'Arcovescovo. 
Il tutto sempre allietato da canti e musica dei sacerdoti, dei seminaristi e delle suore dell'IVE. Non sono mancati, da parte dei genovesi, Ma se ghe pensö e l'Ave Maria zeneize.

    Anna Maria Caminata                                                                         

 

condividi su