Celebrata a Genova la Giornata del Migrante e del Rifugiato

La Diocesi di Genova ha celebrato con una settimana di anticipo, domenica 8 gennaio in San Lorenzo, la 103° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in programma domenica 15 gennaio.
Quest’anno, papa Francesco ha posto al centro i minori, dedicando questa giornata proprio ai “Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce”. 
La celebrazione in Cattedrale è stata presieduta dal Card. Angelo Bagnasco, e animata dalle dodici comunità cattoliche dei migranti della Diocesi, che con le loro tradizioni, i loro canti, e le preghiere in lingua originale hanno portato nella liturgia tanta parte del mondo.
L’Arcivescovo nell’omelia ha ringraziato i fedeli intervenuti, migranti che “venite da lontano, e avete lasciato le vostre terre per cercare un domani migliore, a volte spinti da circostanze di violenza, di povertà economica, di guerra”.
“Come Chiesa – ha detto ancora il Cardinale – cerchiamo di esservi vicini come meglio possiamo, cerchiamo di offrirvi integrazione nel reciproco rispetto delle tradizioni e delle culture, unendo le forze al fine di assicurare a tutti il bene della sicurezza”.
E’ dall’integrazione, ha proseguito ancora l’Arcivescovo, che nasce un popolo, che non si limita ad essere un insieme indistinto di persone in competizione, ma una comunità di vita e di destino. 
Riferendosi poi agli ultimi gravissimi attentai di matrice terroristica che hanno macchiato di sangue gli ultimi giorni, il Cardinale ha invitato a non chiudersi e a non cedere alla paura: “Mentre preghiamo per le tante vittime di questi giorni, preghiamo il principe della pace affinché sostenga le persone e le nazioni che sono state colpite, ma anche perché illumini le coscienze di tutti, e ispiri decisioni di giustizia e di pace”.
Prima della benedizione finale, ha preso la parola Mons. Giacomo Martino, Direttore dell’Ufficio Migrantes: “A volte la stanchezza e la fatica prevalgono di fronte ad alcune dichiarazioni xenofobe, alle difficoltà di poter esprimere le proprie tradizioni, ma non ci lasciamo vincere dalle logiche del mondo e chiediamo al Signore la forza di essere comunità cristiane capaci di ringraziare per le diversità che Dio ci ha dato”.
In allegato il testo integrale dell'omelia dell'Arcivescovo.
 
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