L’Arcivescovo nel tradizionale discordo del Te Deum: “Genova sia più aperta, unita e forte”

Giovedì 31 dicembre nella Chiesa del Gesù il Cardinale Arcivescovo ha tenuto il tradizionale discorso del Te Deum.
Il Cardinale Bagnasco ha ripercorso l’intenso cammino della Chiesa in questo anno, sottolineando l’importanza di vivere questo Giubileo straordinario della Misericordia e ricordando che a settembre la nostra città ospiterà il Congresso Eucaristico Nazionale.
Ha poi affrontato il tema della povertà, sottolineando come la Chiesa sia in prima linea nell’aiutare le persone bisognose e che purtroppo aumentano sempre di più (nelle mense parrocchiali in Italia sono stati distribuiti nell’ultimo anno 6 milioni di pasti).
Ha toccato il tema del terrorismo internazionale che ha sconvolto e continua a sconvolgere il mondo intero: “Il mostro – ha detto il Card. Bagnasco –  è cresciuto esibendo il suo intento coperto dalla bandiera religiosa, bandiera che non può essere religiosa agli occhi di nessun uomo intelligente, poiché Dio non può essere mai un Dio di violenza, di persecuzione e di morte”.
Infine il pensiero dell’Arcivescovo è andato a Genova e ha sottolineato che “Genova è la nostra casa e va amata di più”. “Genova – ha detto – rischia di diventare un grande signora decaduta e opaca se non si apre rapidamente al resto delle regioni confinanti, premessa per essere veramente la porta e il porto d’Europa”.
“L’appello – ha proseguito –  è dunque quello di ritrovare la fiducia e la voglia di lottare insieme. La via migliore per farsi ascoltare è avere qualcosa da dire, è avere proposte e presentarle con convinzione, con ragioni, con insistenza, e in modo corale. Maggiori saranno i progetti, intelligenti e fattibili – senza sognare l’impossibile – più forte sarà la voce, la credibilità e l’efficacia”.
“Giunge il nuovo Anno – ha concluso il Cardinale – e davanti al Signore della storia ci scambiamo gli auguri di giorni più sereni e di pace, di famiglia, di preghiera e di lavoro. A Genova, come ho detto, auguriamo di essere una città aperta e una voce unita e forte”.
 
Leggi il testo integrale del Discordo del Te Deum pronunciato dall’Arcivescovo
 
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