Discorso alla Città nella solennità di San Giovanni Battista, Patrono di Genova – 2023

Discorso alla Città pronunciato in Cattedrale al termine della processione del Santo Patrono
24-06-2023

24 GIUGNO 2023 – Solennità di San Giovanni Battista, Patrono di Genova

DISCORSO ALLA CITTÀ

Cari sorelle e fratelli il Signore ci doni la Sua pace. È con questo augurio che vi saluto e ringrazio per la vostra presenza in questa solennità del nostro Santo Patrono.

Il punto di partenza

Come valutare le condizioni di vita dei nostri concittadini e il benessere delle comunità che popolano il nostro territorio, con le loro diverse e preziose originalità?

Il punto privilegiato per osservare questa realtà è la vita delle persone che vivono in situazioni di disagio o di grave povertà; la statura morale di una comunità infatti si misura nel rimanere unita rispettando e accompagnando il passo dei più piccoli e fragili.

Il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità contenuto nell’Agenda 2030 al numero 10 pone questo obiettivo: assicurare pari opportunità e ridurre le disuguaglianze. Dopo 8 anni dalla sottoscrizione dell’Agenda la forbice sociale invece di diminuire continua ad aumentare.

Le disuguaglianze persistono; si registrano grandi disparità di accesso al lavoro, ai servizi sanitari, all’istruzione, all’educazione.  L’emergenza abitativa e il disagio giovanile, come segnala la Caritas Genovese, richiedono interventi di tipo straordinario e di lungo respiro.

La crescita economica non è sufficiente per ridurre la povertà se non è una crescita inclusiva. La comunità europea a seguito delle ultime grandi crisi (sanitaria, economica, militare) ha messo a disposizione ingenti capitali per risollevare le condizioni di vita dei cittadini nelle diverse nazioni. Anche il nostro territorio godrà di questa occasione di rilancio e sviluppo, e la Chiesa genovese chiede che le esigenze dei più poveri siano Sempre una priorità di questo programma.

Ricordiamo che la nostra umanità ci unisce non solo perché parliamo la stessa lingua o perché ci riconosciamo nella stessa cultura o nella stessa tradizione, ma perché siamo fatti dell’umana fraternità che, se riconosciuta, ci aiuta a superare gli steccati posti da confini geografici, ideologici e ci inserisce di diritto nella vita sociale e comunitaria, nella quale, con gli stessi diritti e gli stessi doveri, siamo chiamati a camminare tutti insieme per favorire la piena realizzazione della dignità di ogni creatura umana.

Papa Francesco scrive «Uno scrittore ha posto sulle labbra di Francesco di Assisi queste parole: «Il Signore è là dove sono i tuoi fratelli» (E. Leclerc, La sapienza di un povero). Davvero, il Cielo che sta sopra di noi ci invita a camminare sulla terra insieme, a riscoprirci fratelli e a credere nella fraternità come dinamica fondamentale del nostro peregrinare». (Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana “Not Alone” (#Notalone) Discorso Del Santo Padre Francesco Piazza San Pietro Sabato, 10 giugno 2023)

È nel riconoscerci unica comunità di fratelli e sorelle che possiamo guardare al futuro, sognando e realizzando politiche, strumenti e strategie che uniscano la storia da cui veniamo e costruiscano quella che desideriamo realizzare.

Continuiamo a costruire luoghi dove si pensi alla nostra città, si discuta, dove si possa sognare e condividere, sempre e più, una Genova che accoglie e cammina con tutti e tutte e che cresce e si sviluppa senza lasciare indietro nessuno.

 

Inclusione come opportunità

Genova è una città posta al centro di una Regione che per conformazione naturale sembra pronta, con le braccia allargate, ad accogliere chi arriva dal mare.

Accogliamo con soddisfazione l’ultima tappa della Ocean Race, un momento importante per la nostra città.

La storia ci insegna che le persone che giungono da lontano possono essere percepite come pericolo o come opportunità. Nel primo caso il rischio è di chiudersi bloccando ogni processo di conoscenza e di relazione alimentando paure e diffidenze. Genova, invece, desidera continuare a crescere nel diventare un modello di inclusione e di multiculturalità, un esempio di civiltà e di umanità, dove le persone di qualunque ceto sociale e da qualunque punto del mondo arrivino, siano sempre considerate degne di ogni interesse politico.

 

Denatalità e famiglia

Un problema serio è quello della denatalità. Questo purtroppo non è solo un problema genovese ma dell’intero Paese. Recenti dati economici avvertono che un Paese che invecchia si impoverisce e anche per questo è necessario invertire velocemente la rotta.

Il problema però va affrontato a monte e, al di là dei dati economici e finanziari, che in parte non aiutano la ripresa della natalità, a monte vuol dire che dobbiamo ritornare a dire con gioia che ogni persona è un dono per sé stessa e per gli altri.

Vivere percependo di essere un dono permette di trovare altri criteri di misura non strettamente legati all’economia e alla finanza.

Chi sa di essere un dono riconosce ogni vita come il vero valore che supera ogni altro criterio di valutazione.

Siamo chiamati, con un grande sforzo di tutti, a continuare ad educare gli adulti e i nostri giovani in questo senso. È necessario costruire progetti formativi dove le famiglie siano le vere protagoniste dell’educazione dei loro figli.

In questi giorno ho letto dell’iniziativa dell’Università di Genova che propone di fare della nostra città una capitale dei giovani.

 

Economia della città

La Chiesa, attraverso i servizi di ascolto e con il lavoro di osservazione e di analisi delle povertà, attraverso i tanti volontari e anche dalla nostra Caritas di Genova, registra l’acuirsi dell’apertura della forbice: una delle cause principali è la perdita del potere di acquisto dei salari medio-bassi.

Ciò sta producendo effetti gravi per le famiglie che vivono nel rischio della perdita della casa o dello scivolamento da una condizione di disagio ad una condizione di povertà assoluta. Ciò è dimostrato dall’alto accesso ai servizi di sostegno al reddito e di distribuzione di generi di prima necessità. Si registra una cronicizzazione delle condizioni di disagio.

D’altra parte uno studio pubblicato recentemente che analizza i dati economici e finanziari della nostra Regione, con il contributo della Blue Economy, del Turismo e del settore dell’Industria avanzata, indica che il Pil cresce oltre la media nazionale e che ha già realizzato una crescita sopra la media europea.

Attualmente in Liguria e in Italia ci sono tanti posti di lavoro che vengono offerti ma non si trova chi abbia le competenze e la professionalità per occuparli. In questo senso è necessario che la formazione scolastica abbia anche come obiettivo l’inserimento nel mondo del lavoro.

 

La ricchezza del lavoro

La ricchezza che si crea dal lavoro è una ricchezza sana e che, se redistribuita in maniera equa, può creare altri posti di lavoro e consolidare il bene comune.

La tradizione della nostra città ha nel lavoro manifatturiero un importante punto di riferimento dove le imprese insieme ai lavoratori hanno garantito un tessuto coeso e ricco di valori umani e spirituali.

È nell’interesse di tutti che le istituzioni, le componenti del lavoro e la Chiesa si stringano insieme per difendere e sostenere questa tradizione di laboriosità riconosciuta anche a livello internazionale, analizzando insieme con attenzione le conseguenze di uno sviluppo che spinge verso un’organizzazione del territorio più corrispondente alle esigenze turistiche e commerciali.

 

La trasformazione della città

I finanziamenti del PNRR che a Genova sono arrivati e arriveranno prossimamente in maniera consistente permetteranno la costruzione di nuove infrastrutture che cambieranno il volto della nostra città nei prossimi anni.

Sarà importante per tutti mantenere un livello alto di attenzione perché queste grandi opere siano fatte nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori e per il bene di tutti i cittadini.

Il nostro invito è che in questi nuovi processi di sviluppo nessuno resti indietro, non si dimentichino in particolare le persone più fragili.

In questo momento siamo particolarmente vicini ai lavoratori di alcune aziende che hanno fatto la storia di Genova. Penso ad Ansaldo e Acciaierie d’Italia (ex Ilva). La Chiesa di Genova non vi dimentica e apprezza il vostro lavoro e la vostra storia auspicando per voi una grande storia ancora da raccontare.

Siamo vicino anche a tutti coloro che hanno un lavoro precario o sottopagato, a coloro che il lavoro lo hanno perso e a quelli che ancora non lo hanno trovato.

 

Termino con una citazione del nostro caro papa Francesco «Nel nostro mondo, dilaniato dalla violenza e dalla guerra, non bastano ritocchi e aggiustamenti: solo una grande alleanza spirituale e sociale che nasca dai cuori e ruoti attorno alla fraternità può riportare al centro delle relazioni la sacralità e l’inviolabilità della dignità umana.» (Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana “Not Alone” (#Notalone) Discorso del Santo Padre Francesco Piazza San Pietro sabato, 10 giugno 2023)

Grazie

+ Marco Tasca

Arcivescovo

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