In una conferenza stampa organizzata sul sagrato dell’Abbazia di Santo Stefano, sede del Centro che si sta occupando dallo scorso 2 marzo dell’accoglienza della popolazione ucraina in fuga dal conflitto, questa mattina Caritas diocesana ha illustrato, relativamente all’emergenza Ucraina, il lavoro portato avanti e quali sono, ad oggi, i numeri dell’accoglienza.
Erano presenti Mons. Marco Tasca, Mons. Andrea Parodi, Direttore della Caritas diocesana, Franco Catani, Condirettore della Caritas, e Padre Vitaly Tarasenko.
Partiamo dai numeri:
- famiglie ascoltate, per un totale di 2.165 persone
- 150 i volontari coinvolti
- 300 offerte di ospitalità in famiglia per brevi periodi
- 600 alloggi offerti
- 90 nuclei familiari ospitati, per un totale di 300 persone
- 2.140 supporti per oltre 6.000 persone
- 20 tonnellate di cibo e materiale.
Nella scheda allegata (in fondo all’articolo), il dettaglio dei numeri dell’accoglienza, e della preziosa rete di collaborazioni che si è creata per favorire l’accoglienza e gli aiuti alle persone.
Che cosa serve oggi?
- alimenti
- medicine
- prodotti per l’igiene personale.
Nella scheda allegata (in fondo all’articolo), il dettaglio di tutti i beni materiali che occorrono, e come poter donare.
Mons. Andrea Parodi ha evidenziato la necessità di concretizzare la “terza tappa”, che si colloca dopo l’accoglienza immediata e l’inserimento delle persone accolte: “Si punta a dare una stabilità a tante accoglienze avvenute in casa, presso famiglie genovesi”. Occorrono dunque appartamenti che possano fornire una dimensione più stabile a nuclei familiari di persone profughe: Caritas propone il comodato gratuito e il pagamento delle utenze.
Padre Vitaly, che dalle prime ore del conflitto ha messo a disposizione la sede di Piazza Santo Stefano per coordinare gli aiuti e per accogliere coloro che arrivavano, ha sottolineato l’importanza del lavorare insieme in questo momento di difficoltà e di sofferenza.
In questa circostanza è emersa forte la necessità del dialogo, della vicinanza, dell’ascolto anche di chi è lontano, ha raccontato Padre Vitaly, indicando nella dimensione sinodale che sta vivendo tutta la Chiesa universale la strada da seguire per essere “Chiesa che risponde subito”.
Mons. Tasca ha a sua volta ribadito l’importanza del lavorare insieme: “Siamo chiamati oggi a mettere insieme le differenze: finchè sentiremo la differenza come una minaccia non potremo vivere in maniera serena”.
Ricordando le parole del Pontefice, che persegue la convinzione della pace possibile, l’Arcivescovo ha invitato a tenere viva la certezza che la strada della pace è possibile e che sia l’unica da perseguire e promuovere.
Nella COLLETTA DIOCESANA A FAVORE DELL’UCRAINA, domenica 1 maggio in tutte le parrocchie, sarà possibile continuare a contribuire per sostenere l’opera della Diocesi nella gestione di questa emergenza.
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