Pubblichiamo le impressioni dei missionari che hanno vissuto e animato la settimana missionaria per padre Santolini
“Questa missione a Genova non si chiude: rimane in qualche maniera aperta”. Padre Stefano, uno dei missionari Oblati di Maria Immacolata dell’équipe si esprime con queste parole in un incontro di condivisione al termine della settimana missionaria che si è tenuta a Genova dal 20 al 27 marzo in occasione del 25° della scomparsa di padre Giovanni Santolini. Giovanni era un missionario Oblato di Maria Immacolata nato a Genova nel 1953 e deceduto a Kinshasa, Repubblica democratica del Congo, il 23 marzo 1997.
Sono stati giorni intensi e ricchi di vita, di ascolto, di annuncio e di speranza. I missionari hanno incontrato centinaia di giovani visitando dieci scuole superiori della città affiancando i docenti di religione. I ragazzi hanno accolto con interesse la testimonianza del missionario genovese partito per l’Africa all’età di 34 anni dopo qualche anno di ministero missionario in Italia. “Siamo andati verso la gente, verso i ragazzi con molta semplicità. La semplicità del messaggio di padre Giovanni che come papa Francesco parla di cose belle in maniera semplice. I ragazzi e le persone si sono sentite interpellate”, dice Alex un seminarista oblato congolese che ha animato la missione ad Arenzano.
Lo slogan “Basta cominciare”, una delle frasi preferite di padre Santolini, è risuonato anche in numerosi incontri nelle dieci parrocchie che hanno aperto le porta ai missionari per un’esperienza di evangelizzazione che si è rivelata particolarmente forte in questo tempo di ripresa sociale ed ecclesiale successiva alla pandemia da Covid19. “Mi ha colpito l’accoglienza dei sacerdoti. – dice padre Danilo, Oblato a Cosenza, che nei primi giorni della settimana è statati a Gavi – Siamo stati accolti bene e ci è quasi dispiaciuto andare via”.
Base logistica della settimana missionaria è stato il seminario di Genova quel luogo dove padre Giovanni aveva maturato negli anni ’70 il desiderio della missione nelle terre polari. La vita lo aveva portato invece all’equatore, in Repubblica democratica del Congo dove tanti lo hanno conosciuto e apprezzato e dove ha lavorato in particolare come educatore e docente dei giovani.
Altro punto importate da sottolineare, nella settimana missionaria, è la sinergia tra le due famiglie di padre Giovanni: la famiglia Santolini e quella dei missionari Oblati di Maria Immacolata. Una condivisione particolarmente efficace per la realizzazione della missione. “La condivisione è stata davvero una forza tra noi – dice Paola, una delle nipoti di padre Santolini. – Sono stata in Congo sei anni fa. Stando lì ho provato tante emozioni e avevo sentito lo zio molto vicino. In questa settimana ho vissuto le stesse emozioni di quando sono stata in Africa. Stare insieme me lo ha fatto conoscere ancora di più e me lo ha fatto sentire vicino”.
Per tutti l’esempio di padre Giovanni Santolini che ha lasciato una chiara traccia di santità dietro di sé. “In me suona forte una parola: padre Giovanni era fondamentalmente un uomo libero. Questa libertà profonda si propagava in quello che faceva”, afferma Giovanni un giovane missionario della comunità giovanile dei missionari OMI di Marino Laziale (Roma).
Pasquale Castrilli OMI
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