«La guerra, una fabbrica di dolore»: a Santa Zita la Veglia di preghiera per la pace in Ucraina

La luce della profezia e della pace di Dio nella notte e nella guerra dell’uomo. E’ la sintesi della intensa veglia di preghiera per la pace in Ucraina che si è svolta ieri, 2 Marzo – Mercoledì delle Ceneri e giornata di digiuno e preghiera per la pace indetta da Papa Francesco – presso la parrocchia di Santa Zita e che ha visto insieme tutte le chiese cristiane di Genova, tra cui la Comunità Ucraina e la Chiesa Ortodossa SS. Trasfigurazione di Genova – Patriarcato di Mosca.

Chiesa gremita quasi sul ciglio della strada, molti i giovani, le famiglie, persone di ogni età che si sono volute stringere attorno ad una comunità angosciata e attonita. Una preghiera ecumenica – preparata anche dalla Pastorale Giovanile – celebrazione intima della fraternità in Cristo pur nelle differenze confessionali, scandita dalla Parola di Dio e dagli scritti di testimoni di pace quali Etty Hillesum, don Tonino Bello, il Patriarca Atenagora I di Costantinopoli, da alcuni canti della comunità ucraina e soprattutto di Taizé, voce ecumenica dello Spirito nata dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale e oggi più che mai drammaticamente profetica.

Al suo arrivo, l’arcivescovo p. Marco Tasca ha abbracciato lungamente p. Vitaly Tarasenko, cappellano della comunità ucraina ligure, segno plastico della vicinanza fattiva della Diocesi, che con Caritas sta assicurando ogni aiuto possibile alla comunità ucraina.

“Condividiamo angoscia e preoccupazione – ha ricordato p. Tasca nella sua riflessione – Siamo qui a condividere che la guerra è una invenzione che fa strage di giovani, una fabbrica di dolore che, invece della pace, porta paura e sconcerto, incertezza e disperazione in persone e famiglie distrutte. La pace non può essere promossa in forma di appello generico, c’è un legame necessario tra pace, giustizia e diritti umani: solo se riconosciamo la dignità delle persone la pace è e sarà vera, altrimenti resterà un traballante accordo di interessi. Avremo voce efficace di pace se riapriamo il cuore a Dio e al suo amore, nella ricerca di un rapporto personale più forte con Gesù. Egli ci ha dimostrato che il volto del Padre è quello di un amore incondizionato per l’uomo. Così potremo dare vita e non morte. Dio della pace, non ti può accogliere chi semina violenza: dona a chi ostacola la pace di essere sanato dall’odio che lo tormenta, perché tutti si ritrovino in te che sei la vera pace”.

Nel presbiterio, fianco a fianco, oltre alla Comunità Ucraina, alla Chiesa Ortodossa SS. Trasfigurazione di Genova – Patriarcato di Mosca e all’Arcidiocesi di Genova – con la presenza anche del Card. Angelo Bagnasco -, hanno pregato insieme la Chiesa Anglicana di Genova, la Chiesa Battista di Genova, la Chiesa Evangelica Ispano-Americana di Genova, la Chiesa Evangelica della Riconciliazione di Genova, la Chiesa Luterana di Genova, la Chiesa Metodista di Genova Sestri, la Chiesa Ortodossa Greca di Genova, la Chiesa Ortodossa Romena di Genova, la Chiesa Valdese di Genova Centro, la Chiesa Valdese di Genova Sampierdarena.

Tra le panche, qualche bandiera ucraina. Un gruppo di giovanissimi porta uno striscione: “Fermate questa guerra folle”. Ai lati della scritta, due cuori, con i colori ucraini e russi, che si fondono a metà strada. Il mondo come dovrebbe essere, come è nel cuore di Dio.

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