Come è noto già da tempo è ripreso l’appuntamento mensile di preghiera per le vocazioni in seminario, in presenza, in totale sicurezza seguendo le ormai note norme, trasmesso in streaming e trasmesso via radio.
Luci nella notte, tradizione più che decennale vuole diventare piano piano una piccola scuola di preghiera diocesana con alcune sue caratteristiche spirituali e diocesane.
Provo a parlarvene attraverso le parole principali.
Preghiera: imparare a pregare pregando sulla Parola di Dio come fulcro imprescindibile della nostra preghiera che è risposta alla grazia di Dio, anzi è la grazia di Dio stessa che suscita nello Spirito una risposta nel/dal cuore dell’uomo. Questa ci pare la caratteristica principale del nostro appuntamento mensile. Il nome roboante sarebbe scuola di preghiera ma ci piace più pensare a una sosta, uno di quei tanti momenti del Vangelo dove Gesù invita a pregare, a fermarsi, a scegliere le priorità. E la prima è proprio stare con Lui.
Vocazioni: la nostra preghiera è per le vocazioni in base al detto di Gesù “pregate perché il padrone del campo mandi operai per la sua messe”. Ora questa dimensione vocazionale nella nostra fede è centrale ma spesso questa centralità viene fraintesa. Viene vissuta “a parte” “a margine” insomma cribbio c’è bisogno di preti!!! Dio deve mandarli!! E si vuole mettere questa parte al centro o prima di tutto il resto. Ma questo non porta da nessuna parte. La vocazione è il grande mistero dell’uomo, è l’essenza stessa dell’umanità. Chi-ama-chi. Non si può parlare della fede senza parlare di Vocazione. La fede non è “contenuti” la fede è scoprire chi ti ama, chi ti riconosce, rivolgendoti la parola, l’attenzione, noi preghiamo dunque che l’umanità si svegli, che conosca e riconosca il suo Salvatore. Tutti sono chiamati a essere operai del Regno
Presbiterali: la proposta del seminario è specifica sulla chiamata al sacerdozio ministeriale che nasce da quello battesimale. Una chiamata a servire il Popolo di Dio nella Parola, nei Segni che costruiscono la comunità, nella Comunione tra i fratelli e sorelle: tra tutti i fratelli e le sorelle! Una chiamata più di relazione che di trasformazione diretta del mondo come può più essere quella comune dei battezzati. C’è fame di presbiteri che camminano col popolo di Dio, affamati con esso del Regno di Dio fatto non di cose materiali ma di giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. (Rm 14,17) Si noi chiediamo soprattutto questo. Uomini disponibili, non importa da che età, a questo servizio.
Luce: la luce della fede, una luce come punto di riferimento per chi vuol pregare. Non esclusivo ma collegato ai tanti punti luce di preghiera della diocesi. A iniziare dalle luci “istituzionali” che sono le comunità contemplative, per continuare con i tanti punti di preghiera dei e dai diversi carismi che sono presenti in città ognuno col suo stile. Una luce accesa sulla città, luce che permette a ogni organismo vivente di vivere, crescere, svilupparsi altrimenti è morte. Luce che è vita.
Notte: la notte è oscurità, tenebra è il tempo dei tradimenti, dei rinnegamenti secondo il Vangelo. Gesù risorge all’alba. Noi viviamo nella notte dei tempi, nel parto ancora tutto da svolgere dell’umanità. La preghiera non ci astrae per nulla dalla vita con le sue difficoltà, con la sua lotta, il suo difficile discernimento. Vi siamo immersi. Come chi sceglie di seguire la chiamata del Signore vede dipanarsi a poco a poco la strada di luce della sua vita e guardando verso l’alto si accorge delle stelle che hanno guidato e guidano il suo percorso. Non è arrivato, non si è sistemato ma continua il suo viaggio. Per questo la preghiera è anche preghiera immersa nell’oggi e per l’oggi.
Comunione/Eucarestia/Convivialità: è il punto più colpito dalla pandemia e che ancora ci impedisce di accogliere come si deve le persone limitandosi al come si può, cosa già importante e che ci pone con gli altri uomini nella notte, la notte della pandemia. Era usanza di fermarsi prima e/o dopo a stare insieme condividendo un piccolo pasto, un piccolo gesto di incontro, che proseguiva o seguiva l’adorazione al vero Cibo, Pane del Cielo. Ma appena si potrà lo riprenderemo per essere sempre più una luce nella notte un momento di riposo e sempre più luogo di comunione per tutti coloro che cercano la luce nella vita. Così cercheremo che questo momento diventi il paradigma stesso del seminario. Un cuore che invia in uscita e accoglie in entrata. Più semplice di così!
Non dimentichiamo dunque GIOVEDI’ 3 MARZO ORE 21.00 PRECISE (anche in streaming su www.youtube.com/ilcittadinotv, su Telepace 3 – canale 115 e su Radio Fra Le Note).
Vi aspettiamo per pregare insieme.
Don Francesco Fully Doragrossa
rettore del seminario