Mons. Marco Tasca
dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali
per grazia di Dio e designazione della Sede Apostolica
ARCIVESCOVO METROPOLITA DI GENOVA
Abate Perpetuo di S. Siro, di S. Maria Immacolata, di S. Gerolamo di Quarto
È nato il 9 giugno 1957 a Sant’Angelo di Piove (PD). È entrato nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali a Camposampiero il 29 settembre 1968, ove ha
frequentato le scuole medie inferiori; nel Seminario serafi co di Pedavena (BL) ha frequentato il ginnasio, e il liceo classico a Brescia. Ha emesso la professione temporanea
il 17 settembre 1977 e quella solenne il 28 novembre 1981. È stato ordinato sacerdote il 19 marzo 1983 a Sant’Angelo di Piove (PD), suo paese natale, per le mani di Mons. Filippo
Franceschi, Vescovo di Padova.
Ha compiuto gli studi filosofico-teologici all’Istituto Teologico “Sant’Antonio Dottore” a Padova. Nel 1982, dopo aver conseguito il grado accademico di Baccellierato, viene trasferito a Roma, presso il Collegio Internazionale Seraphicum, per frequentare i corsi di licenza all’Università Pontificia Salesiana (UPS). Vi con- segue prima la Licenza in Psicologia nel 1986, e poi quella in Teologia Pastorale nel 1988. Dal 1983, in qualità di viceparroco, presta servizio nella Parrocchia di S. Giuseppe da Copertino a Roma-EUR.
Rientrato nella sua Provincia religiosa, dal 1988 al 1994 è stato Rettore del Seminario minore di Brescia, e del Postnoviziato a Padova dal 1994 al 2001. In quegli anni è anche
docente di Psicologia e Catechetica presso l’Istituto Teologico “Sant’Antonio Dottore” e presso il Seminario Diocesano di Padova.Nel Capitolo provinciale del 2001 viene eletto Custode capitolare e Guardiano del convento di Camposampiero (PD), incarichi che ha svolto fino al 2005, anno in cui è stato eletto Ministro provinciale dei frati, trasferendosi presso la Basilica di sant’Antonio di Padova.
Durante il suo provincialato è stato anche Vicepresidente nazionale della CISM e Presidente del Mo.Fra.Ne (Movimento Francescano del Nord Est).
Il 26 maggio 2007, presso il Sacro Convento di Assisi, il Capitolo generale ordinario dei Frati Minori Conventuali lo ha eletto 119° successore di San Francesco. Sarà riconfermato nel 2013 per un secondo mandato, conclusosi nel maggio dello scorso anno. Inoltre, in seno all’Unione Superiori generali è stato eletto presidente della commissione giuridica dal 2013 al 2019. Tasca è stato più volte presidente della conferenza dei ministri generali francescani e della Famiglia francescana. Come rappresentante dei religiosi ha partecipato per tre volte all’assemblea del Sinodo dei Vescovi: nel 2012 al Sinodo sulla nuova
evangelizzazione, nel 2015 al Sinodo sulla famiglia e nel 2018 al Sinodo sui giovani.
È stato eletto Arcivescovo metropolita di Genova l’8 maggio 2020.
L’11 luglio 2020 è stato consacrato Vescovo per l’imposizione delle mani del Card. Angelo Bagnasco e ha preso possesso canonico dell’Arcidiocesi.
È Presidente della Conferenza Episcopale Ligure.
Secondo la tradizione araldica della Chiesa cattolica, lo stemma di un Arcivescovo Metropolita è tradizionalmente composto da:
- uno scudo, che può avere varie forme (sempre riconducibile a fattezze di scudoaraldico) e contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, da particolari devozioni o
da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altre particolarità; - una croce doppia, arcivescovile (detta anche “patriarcale”) con due bracci traversi all’asta, in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo;
- un cappello prelatizio (galero), con cordoni a venti fiocchi, pendenti, dieci per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1.2.3.4), il tutto di colore verde;
- un pallio bianco con crocette nere, posto sotto lo scudo;
- un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero.
Per questo stemma è stato adottato uno scudo di foggia “gotica”, frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica mentre la croce patriarcale d’oro è “lanceolata” , con
cinque gemme rosse a simboleggiare le Cinque Piaghe di Cristo. Descrizione araldica (blasonatura) dello scudo dell’Arcivescovo Tasca.
“Trinciato di rosso e d’oro: nel 1° al libro aperto dello stesso, caricato delle lettere Alpha e Omega del primo; nel 2° a un pane al naturale; col capo d’argento, caricato di
un destrocherio di carnagione, attraversante un sinistrocherio vestito, posti in decusse, con le mani appalmate, stimmate di rosso, uscenti da una nube e attraversanti na croce, il tutto al naturale”
Il motto:“OSTENDE NOBIS PATREM” (Gv 14,8)
Queste parole, scelte da padre Marco per il proprio motto episcopale, sono tratte dal Vangelo di Giovanni laddove lo stesso narra del congedo di Gesù dagli Apostoli e, particolarmente, riporta le parole di Filippo che, rattristato dall’imminente abbandono di Gesù per ritornare al Padre, condizione affinché anche i discepoli possano a loro volta conoscerLo, nell’estremo tentativo di trattenere il Maestro gli dice che potrebbe far vedere loro il Padre senza abbandonarli.
Interpretazione
Gli ornamenti esterni caratterizzanti lo stemma di un Arcivescovo Metropolita, oltre ai venti fiocchi verdi pendenti ai due lati dello scudo, sono la croce astile arcivescovile e il pallio. Tale croce, detta anche “patriarcale”, a due bracci traversi, identifica appunto la dignità arcivescovile: infatti, nel XV secolo, essa fu adottata dai Patriarchi e, poco dopo, dagli Arcivescovi. Alcuni studiosi ritengono che il primo braccio traverso, quello più corto, volesse richiamare il cartello con l’iscrizione “INRI”, posto sulla croce al momento della Crocifissione di Gesù. Il pallio è un paramento liturgico, tipico degli Arcivescovi
con giurisdizione metropolitana, cioè di Arcivescovi che presiedono una provincia ecclesiastica con una o più diocesi, chiamate suffraganee. Secondo alcune interpretazioni, esso rappresenta l’agnello portato sulle spalle, dal Buon Pastore e le due strisce terminali di seta nera simboleggiano gli zoccoli.
È l’Agnello immolato sulla croce per la salvezza dell’umanità intera; questo spiegherebbe l’uso della lana, delle sei croci decorative e delle tre spille, le acicula, raffiguranti i tre chiodi della croce di Cristo, che vengono infilate nel pallio durante le celebrazioni.
Tale paramento è il simbolo di un legame speciale con il Papa ed esprime inoltre la potestà che, in comunione con la Chiesa di Roma, il metropolita acquista di diritto nella propria giurisdizione.
L’ oro è il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima Virtù, la Fede: infatti è grazie alla Fede che possiamo comprendere il messaggio d’amore e di salvezza.
Il rosso è il colore dell’amore e del sangue.
Su essi campeggiano la Parola di Dio, qui simboleggiata dal libro aperto della Sacra Scrittura con le lettere greche Alpha e Omega; e un pane spezzato, memoriale eucaristico della rinnovata alleanza tra il signore e l’umanità, richiamato dall’evento di Emmaus.
Il libro del Vangelo aperto e il pane spezzato sono anche un richiamo implicito alla spiritualità della famiglia da cui padre Marco proviene, ovvero la Famiglia Francescana, particolarmente segnata dalla figura di Sant’Antonio di Padova. “Vangelo e carità” sono una perfetta sintesi dell’esperienza del Santo, Doctor Evangelicus e amico dei poveri.
Agenda dell’Arcivescovo
Omelie e interventi
Discorso alla Città nella solennità di San Giovanni Battista, Patrono di Genova – 2024
I Padri costituenti avevano chiari gli obiettivi di perseguire il bene comune, la solidarietà, la sussidiarietà, le libertà individuali, lo sviluppo della personalità di ognuno, la giustizia sociale, entro una cornice di equilibri istituzionali volti a permettere l’efficace esercizio della democrazia rappresentativa. Questa chiarezza di obiettivi rese possibile l’elaborazione di una carta costituzionale condivisa e ispiratrice di futuro. Riteniamo che questi debbano essere gli imprescindibili obiettivi di ogni revisione normativa che incida sui fondamentali principii che informano il nostro vivere civile. Read More
Orari Segreteria Arcivescovo
Dott.ssa Francesca Tixi
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