Eminenza Reverendissima,
ti porto il saluto di Sarzano, del tuo Sarzano: Campo Pisano, dove stavi di casa, Ravecca, S. Agostino, S. Donato, Santuario delle Grazie dove andavi con tua madre a pregare la Madonna, ma specialmente la Piazza dove giocavi da bambino, e l’Oratorio dove facevi il chierichetto.
Ricordi i paramenti e il fuoco che per portarlo vi bisticciavate tra bambini.
L’Oratorio dove hai detto la prima Messa.
Poi sei partito.
Ma da buon genovese sei ritornato a Genova e sei tornato a Sarzano a prenderti un caffè con l’amico Beppe (buonanima), a salutare tutti quelli che incontri, a informarti di uno e dell’altro, a fare anche due “ceti”.
La gente di Sarzano non ti chiama “cardinale” o “eminenza”, ti chiama “Angiulin”.
Mi dice: abbiamo incontrato Angiulin e abbiamo parlato.
Ora vai di nuovo via, ma poco distante, due fermate di metrò, spero che continuerai a venire a Sarzano a prenderti il caffè.
E se ti viene voglia di stoccafisso e di trippa dà una telefonata al tuo parroco e vedrai che con gli amici di Sarzano ti accontenterà.
Grazie, Angiulin, e grazie da tutto Sarzano.
(Il discorso è stato pronunciato in dialetto genovese)
Don Carlo Parodi
Vicario Centro Est