Lunedì 24 giugno Genova ha commemorato il patrono San Giovanni Battista. La partecipazione, come ogni, anno, è stata vastissima. Il Card. Angelo Bagnasco ha celebrato al mattino la S. Messa Pontificale in San Lorenzo alle ore 10.30, preceduta dalla recita dell'Ora Terza, nella Cappella di San Giovanni Battista.
Nell’omelia, il Card. Bagnasco, ha invitato a guardare alla figura del Battista, che “ci fa riflettere e crescere nella fede”. “San Giovanni – ha detto l’Arcivescovo – è il precursore di Cristo”, e, come il Patrono di Genova, tutti i fedeli sono chiamati ad essere “Piccoli araldi del Vangelo”.
“La figura austera e limpida del Battista oggi può apparire poco duttile, eccessiva, non accogliente, scostante rispetto alla liquidità generale”, ha continuato il Cardinale riferendosi alla società di oggi. Come il Battista, testimone di un Dio che entra nella concretezza della vita, ciascuno deve diventare consapevole che è Dio “il fondamento vero e stabile” dei valori, del bene e della bontà.
Nel pomeriggio migliaia di fedeli si sono radunati in piazza San Lorenzo, davanti alla Cattedrale, per prendere parte alla processione che si è snodata lungo Via San Lorenzo attraverso Piazza Caricamento per giungere al Porto Antico.
Qui, come ogni anno, l'Arcivescovo ha mostrato ai fedeli l'urna con le ceneri del Battista e da qui ha benedetto il mare, il porto e Genova. In questo anno difficile, alla vigilia dell’abbattimento di quel che resta del Ponte Morandi, crollato lo scorso 14 agosto, la preghiera per la città ha assunto un significato ancora più particolare e profondo.
La processione si è poi snodata nuovamente lungo Via San Lorenzo per concludersi in Cattedrale. L'arca del Battista portata a spalla è giunta in San Lorenzo dopo la lunga fila di sacerdoti, consacrati, confratelli e fedeli in processione.
Nell’omelia, il Cardinale ha ricordato che Genova ha la grazia di custodire da secoli le ceneri del Battista, e ha dunque invitato a riflettere sulla responsabilità grande che ne consegue.
“Giovanni è stato un uomo umile e affidabile: Ha pagato con la vita ma è stato punto di riferimento decisivo nella storia dell’antico Israele e – di riflesso – dell’umanità”.
È necessario oggi guardare alla profondità delle cose – sotto la schiuma – dove la vita brulica, ha detto l’Arcivescovo.
Guardare al popolo “semplice e onesto, che lavora con dignità per sè e per le proprie famiglie, che si cura dei figli, che custodisce l’amore”, ad un popolo che ha ben radicato il senso del dovere e che può andare a testa alta perchè sa guadagnarsi il pane onestamente, fa riscoprire la fedeltà, e la possibilità di fidarci gli uni degli altri: “la voglia di costruire insieme la vita della nostra Chiesa e della nostra Città è diffusa”.
Prima della benedizione finale, l’Arcivescovo ha ringraziato tutti i fedeli intervenuti così numerosi, le autorità civili e militari presenti, le Confraternite che hanno impreziosito la processione con i Cristi, le associazioni presenti, i malati, e ai tanti fedeli che con calore e partecipazione si sono radunati intorno al Vescovo.
Leggi l’omelia integrale pronunciata dall’Arcivescovo nella S. Messa del mattino
Leggi l’omelia integrale pronunciata dall’Arcivescovo al termine della processione
Nell’omelia, il Card. Bagnasco, ha invitato a guardare alla figura del Battista, che “ci fa riflettere e crescere nella fede”. “San Giovanni – ha detto l’Arcivescovo – è il precursore di Cristo”, e, come il Patrono di Genova, tutti i fedeli sono chiamati ad essere “Piccoli araldi del Vangelo”.
“La figura austera e limpida del Battista oggi può apparire poco duttile, eccessiva, non accogliente, scostante rispetto alla liquidità generale”, ha continuato il Cardinale riferendosi alla società di oggi. Come il Battista, testimone di un Dio che entra nella concretezza della vita, ciascuno deve diventare consapevole che è Dio “il fondamento vero e stabile” dei valori, del bene e della bontà.
Nel pomeriggio migliaia di fedeli si sono radunati in piazza San Lorenzo, davanti alla Cattedrale, per prendere parte alla processione che si è snodata lungo Via San Lorenzo attraverso Piazza Caricamento per giungere al Porto Antico.
Qui, come ogni anno, l'Arcivescovo ha mostrato ai fedeli l'urna con le ceneri del Battista e da qui ha benedetto il mare, il porto e Genova. In questo anno difficile, alla vigilia dell’abbattimento di quel che resta del Ponte Morandi, crollato lo scorso 14 agosto, la preghiera per la città ha assunto un significato ancora più particolare e profondo.
La processione si è poi snodata nuovamente lungo Via San Lorenzo per concludersi in Cattedrale. L'arca del Battista portata a spalla è giunta in San Lorenzo dopo la lunga fila di sacerdoti, consacrati, confratelli e fedeli in processione.
Nell’omelia, il Cardinale ha ricordato che Genova ha la grazia di custodire da secoli le ceneri del Battista, e ha dunque invitato a riflettere sulla responsabilità grande che ne consegue.
“Giovanni è stato un uomo umile e affidabile: Ha pagato con la vita ma è stato punto di riferimento decisivo nella storia dell’antico Israele e – di riflesso – dell’umanità”.
È necessario oggi guardare alla profondità delle cose – sotto la schiuma – dove la vita brulica, ha detto l’Arcivescovo.
Guardare al popolo “semplice e onesto, che lavora con dignità per sè e per le proprie famiglie, che si cura dei figli, che custodisce l’amore”, ad un popolo che ha ben radicato il senso del dovere e che può andare a testa alta perchè sa guadagnarsi il pane onestamente, fa riscoprire la fedeltà, e la possibilità di fidarci gli uni degli altri: “la voglia di costruire insieme la vita della nostra Chiesa e della nostra Città è diffusa”.
Prima della benedizione finale, l’Arcivescovo ha ringraziato tutti i fedeli intervenuti così numerosi, le autorità civili e militari presenti, le Confraternite che hanno impreziosito la processione con i Cristi, le associazioni presenti, i malati, e ai tanti fedeli che con calore e partecipazione si sono radunati intorno al Vescovo.
Leggi l’omelia integrale pronunciata dall’Arcivescovo nella S. Messa del mattino
Leggi l’omelia integrale pronunciata dall’Arcivescovo al termine della processione