Venerdì Santo. L’Arcivescovo nella liturgia della Passione: “Gesù riempie le nostre solitudini”

Venerdì 19 aprile in Cattedrale il Cardinale Angelo Bagnasco ha presieduto il rito della passione e della crocifissione di Gesù Cristo.
La liturgia è incentrata sulla narrazione delle ultime ore della vita terrena di Gesù secondo il Vangelo di Giovanni e sull'adorazione della croce, con la distribuzione dell’Eucaristia consacrata il giorno precedente.
“Il legno secco e crudele della croce – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia –  il patibolo della morte, irrorato dal sangue del Signore, diventerà il trono della gloria, l’albero fiorito della vita per gli uomini, la pietra angolare del mondo. Attraverso la via della croce, Dio scende e l’umanità sale: su quel legno s’incontrano per sempre, il varco non si chiuderà più, resterà aperto senza fine, perché quel luogo è Cristo stesso, Ponte e Pontefice fra la terra e il cielo. Il Calvario è il luogo dell’appuntamento e dell’abbraccio, dell’invocazione che si eleva e della misericordia che risponde”.
Ha poi riflettuto sulla condizione della solitudine umana, che anche Gesù ha sperimentato prima di morire sulla croce: “Anche Gesù – vero Dio e vero Uomo – nel momento della prova suprema cerca la compagnia degli Apostoli, ma non la trova, e ciò aumenta il peso della sua passione. “Tutti mi hanno abbandonato”! Sulla croce pronuncia parole di dolore e di fiducia, di invocazione e di abbandono. Fino a questo punto Gesù vuole riempire le nostre solitudini! Si lascia andare nelle nostre voragini per farsi trovare da noi, affinché ogni uomo lo possa incontrare in qualunque abisso e non si senta solo”.
“Nella sua profondità – ha concluso –  l’uomo non vive di pane, ma per il fatto che è amato e che gli è permesso di amare. Potremmo desiderare di più? Dobbiamo solamente lasciarci incontrare e guardare, prendere per mano e con fiducia seguirlo”.

Leggi il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo
 

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