Circa duecento Sentinelle genovesi hanno vegliato domenica 5 ottobre in Piazza De Ferrari per la famiglia e la libertà di espressione. Lo hanno fatto in comunione con cento altre città italiane, dove l’iniziativa ha portato in piazza oltre diecimila persone, mostrando la presenza di un popolo, variegato, che non si piega di fronte all’avanzare di leggi ed altre iniziative che indeboliscono la famiglia e limitano la libertà di espressione. Oltre a Genova, altre duecento persone sono scese in piazza tra sabato e domenica nelle veglie della Spezia, Imperia e Rapallo.
Il risultato è notevole, specie se si pensa che in solo un anno è nato e si è diffuso capillarmente un movimento spontaneo di cittadini che, senza supporti partitici o mediatici, è riuscito a informare molti sui rischi per la libertà di opinione introdotti dal disegno di legge (ddl) Scalfarotto, che era stato fulmineamente approvato alla Camera nell’estate 2013. La testimonianza delle Sentinelle genovesi è stata esemplare e per molti eroica visto il contesto in cui si sono trovati a vegliare. Un folto numero di persone dei centri sociali e dell’arcigay ha infatti pesantemente e continuamente disturbato il regolare svolgersi della veglia.
Il discorso iniziale del portavoce, che rivendicava – nel rispetto dovuto ad ogni persona -la libertà di opinione e il diritto di ogni bambino a crescere in una famiglia unita con un padre ed una madre, è stato subito coperto da cori e urla, anche col megafono.
Poi, mentre le sentinelle vegliavano leggendo un libro in silenzio, molti giovani si inserivano tra le fila, disturbando la lettura, anche con cani, insultando e deridendo i veglianti, mimando scene erotiche, e creando capannelli. Un fumogeno, poi spostato dalle forze dell’ordine, è stato lanciato contro il bastone di una persona invalida che partecipava alla veglia. Una parte dell’area coperta dalle sentinelle è stata completamente invasa dai contromanifestanti. Anche in quella zona, sebbene attorniati, i partecipanti sono rimasti impassibili, senza rispondere alle provocazioni. Tutta la veglia silenziosa si è svolta tra cori e rumore.
Al termine, il saluto finale del portavoce è stato nuovamente coperto di cori e grida. Vari adesivi LGBT sono stati applicati sul banner manifesto delle Sentinelle, che poi è stato rotto.
Le forze di polizia, presenti in borghese, sono state encomiabili per la professionalità e l’impegno con cui hanno evitato ulteriori degenerazioni. Ma desta perplessità il fatto – sistematico per le veglie genovesi delle Sentinelle in Piedi – che una manifestazione regolarmente autorizzata venga pesantemente disturbata e non possa svolgersi nella normalità. Cosa sarebbe successo a parti invertite? Di fronte allo scherno e alle intimidazioni, le sentinelle genovesi sono rimaste ferme, e hanno continuato a leggere in silenzio. E’ un segno, pacifico e costruttivo, di fiducia e speranza che la famiglia e la libertà di espressione sono beni preziosi per tutti. C'è una maggioranza silenziosa e pacifica che sa cosa siano rispetto e libertà e non è disposta a cedere alle prevaricazioni. Il 5 ottobre le sentinelle hanno rappresentato quel popolo, incassando insulti e provocazioni senza avere paura e senza reagire. Quanto accaduto farà crescere il numero delle persone che non si fanno intimidire da chi vuole zittire con le ingiurie e la violenza chi non la pensa come loro.
movimP � p �Z H� i cittadini che, senza supporti partitici o mediatici, è riuscito a informare molti sui rischi per la libertà di opinione introdotti dal disegno di legge (ddl) Scalfarotto, che era stato fulmineamente approvato alla Camera nell’estate 2013.
La testimonianza delle Sentinelle genovesi è stata esemplare e per molti eroica visto il contesto in cui si sono trovati a vegliare. Un folto numero di persone dei centri sociali e dell’arcigay ha infatti pesantemente e continuamente disturbato il regolare svolgersi della veglia.
Il discorso iniziale del portavoce, che rivendicava – nel rispetto dovuto ad ogni persona -la libertà di opinione e il diritto di ogni bambino a crescere in una famiglia unita con un padre ed una madre, è stato subito coperto da cori e urla, anche col megafono.
Poi, mentre le sentinelle vegliavano leggendo un libro in silenzio, molti giovani si inserivano tra le fila, disturbando la lettura, anche con cani, insultando e deridendo i veglianti, mimando scene erotiche, e creando capannelli. Un fumogeno, poi spostato dalle forze dell’ordine, è stato lanciato contro il bastone di una persona invalida che partecipava alla veglia. Una parte dell’area coperta dalle sentinelle è stata completamente invasa dai contromanifestanti. Anche in quella zona, sebbene attorniati, i partecipanti sono rimasti impassibili, senza rispondere alle provocazioni. Tutta la veglia silenziosa si è svolta tra cori e rumore. Al termine, il saluto finale del portavoce è stato nuovamente coperto di cori e grida. Vari adesivi LGBT sono stati applicati sul banner manifesto delle Sentinelle, che poi è stato rotto.
Le forze di polizia, presenti in borghese, sono state encomiabili per la professionalità e l’impegno con cui hanno evitato ulteriori degenerazioni. Ma desta perplessità il fatto – sistematico per le veglie genovesi delle Sentinelle in Piedi – che una manifestazione regolarmente autorizzata venga pesantemente disturbata e non possa svolgersi nella normalità. Cosa sarebbe successo a parti invertite?
Francesco Bellotti